sábado, 26 de abril de 2014

CANONIZACIÓN DE JUAN PABLO II

    

    Sin duda alguna, la figura de Juan Pablo II ha sido trascedental para la vida de fe de muchos jóvenes a lo largo de sus 26 años de pontificado. Su canonización es un hecho esperado desde los primeros días después de su fallecimiento. Incluso en el día en que se celebró su funeral surgieron voces entre los asistentes que con aquel "Santo subito" reconocían que había llevado una vida que era meritoria de alcanzar inmediatamente la gloria de los altares. Y ese día ha llegado. Mañana día 27 de Abril de 2014 se llevará a cabo la ceremonia en la que junto con otro gran Papa, Juan XXIII, serán declarados santos.

    Fueron muchos los sentimientos que surgieron tras el conocimiento de su muerte. Para los que hemos tenido la suerte de vivirlo de cerca, por estar en esos momentos estudiando en Roma, esos mismos sentimientos vuelven a la memoria. La consternación, las lágrimas, el silencio, los rostros de tantos miles de personas que estábamos esa noche, víspera de la fiesta de la Divina Misericordia, rezando en la Plaza de San Pedro y que se fueron sucediendo a lo largo de los días siguientes, ahora se convierten en gestos de gozo. Las mismas personas que entonces rezábamos tristes por su eterno descanso, ahora lo hacemos con alegría y dando gracias a Dios.

    Hemos podido recuperar el texto de una carta del año 1986 que Juan Pablo II dirigió al entonces Padre General, Pierino Moreno, con motivo de la celebración del Quinto Centenario del nacimiento de San Jerónimo (intentaremos traducirla al español en estos días, ya que en la web del Vaticano está sólo en italiano y en latín).

LETTERA GIOVANNI PAOLO II 
AL REV.MO PIERINO MORENO, PREPOSITO GENERALE 
DELL’ORDINE DEI CHIERICI REGOLARI SOMASCHI


Al Rev.mo Pierino Moreno 

Preposito Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari Somaschi.


1. Cinquecento anni fa nasceva a Venezia san Girolamo Emiliani: questa ricorrenza ci induce a riflettere sul modo in cui Dio si servì d’un uomo semplice, che a lui s’era consacrato senza riserve, come strumento per accrescere la propria gloria e farlo segno dell’amore ch’egli porta ai suoi figli, specialmente ai più derelitti. Noi pertanto, mentre partecipiamo alla gioia dell’Ordine dei Chierici Regolari Somaschi e delle altre Famiglie religiose che seguono il santo come loro guida e modello, cogliamo l’occasione che ci viene offerta per manifestare quanta stima abbia la Chiesa per l’opera apostolica, che essi svolgono, ed esprimere i sentimenti che ci suggerisce questo avvenimento. Noi li esortiamo vivamente a perseverare sulla via da lui segnata e a suscitare sempre e dappertutto la fiamma della carità evangelica, di cui ardeva san Girolamo, padre e rifugio dei poveri.

La via percorsa da lui affascinò i suoi contemporanei e non cessa di affascinare anche gli uomini del nostro tempo. Dopo essere stato liberato dal carcere per intercessione della Beata Vergine Maria nel 1511 durante la guerra detta della “Lega di Cambrai”, piacque al benignissimo Iddio di muovergli perfettamente il cuore e con sante ispirazioni trarlo a sé dalle occupazioni del mondo. Si dedicò allora con tutte le forze a condurre una vita davvero cristiana e raggiungere il proprio perfezionamento spirituale.

Quando Dio prese totalmente possesso del suo spirito, il Signore gli porse l’occasione “d’imitare più da vicino Cristo, il suo nuovo capitano” (Vita del clarissimo Signor Girolamo Miani gentil huomo venetiano). Questa occasione fu appunto l’incontro con i poveri durante la carestia che nel 1528 afflisse l’Italia. Migliaia di persone si rifugiarono allora a Venezia per sfuggire alla fame. Al veder quei poveri aggirarsi per la città, Girolamo fu colpito nel suo intimo dalle parole del Vangelo: “Se vuoi esser perfetto, va’ a vendere ciò che possiedi e da’ il ricavato ai poveri . . . poi vieni e seguimi” (Mt 19, 21). In pochi giorni distribuì in elemosine tutto il danaro che possedeva, vendette tutta la suppellettile della sua casa per aiutare i poveri: dava loro da mangiare, li vestiva, li difendeva, li ospitava nella propria casa, curava e confortava i malati e di notte seppelliva i cadaveri abbandonati per la strada.
Particolari cure rivolse poi ai ragazzi e alle ragazze rimasti orfani e privi di qualunque aiuto. Fondò quindi a Venezia il primo orfanotrofio.

Con l’aiuto di san Gaetano Thiene e di Giovan Pietro Carafa, che fu poi sommo pontefice col nome di Paolo IV, maturò l’idea di condividere in tutto la vita con i poveri, indossò l’abito dei poveri, andò a vivere con loro e non si vergognò di chieder per essi l’elemosina e abbandonò la propria casa col proposito di non tornarvi mai più.

2. Per disposizione di Dio s’incamminò per nuove strade: nel 1532 fu chiamato a Bergamo dal Vescovo di quella città per organizzare opere di carità in quella diocesi; ivi perciò attese a svolgere la salutare sua attività a vantaggio degli orfani, dei malati, delle vedove e delle meretrici.

Nelle campagne poi trovò un’altra forma di povertà: l’ignoranza religiosa. Organizzò allora delle vere missioni catechistiche, per le quali si servì anche dei suoi ragazzi come di nuovi apostoli del Vangelo. Alla fine dell’anno 1533 lasciò Bergamo e s’impegnò nelle medesime opere a Milano, Como, Pavia, Brescia e Verona. Nel 1534 si ritirò nel piccolo villaggio di Somasca, ove trascorreva la vita prestando il suo aiuto agli orfani e ai poveri, curando i malati, insegnando il catechismo ai contadini in assoluta povertà, penitenza, solitudine e nella contemplazione delle realtà divine. Nel mese di gennaio del 1537, mentre curava i colpiti dalla peste, cadde anch’egli in questa malattia, a causa della quale morì nel Signore nella notte tra il 7 e l’8 febbraio. Le sue ultime parole furono: “Seguite Cristo, servite i poveri. Gesù, Maria!”.

Il 14 marzo del 1928 il papa Pio XI, di felice memoria, proclamò san Girolamo Emiliani “patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata”. Così la sua carità illimitata e la sua intercessione presso Dio si estende con tutta ragione anche ai ragazzi e alle ragazze di oggi, che si trovano in condizioni di miseria. Stimolato dall’urgenza dei bisognosi e dalla realtà della vita d’ogni giorno il santo uomo attingeva continuamente ispirazione dal Vangelo, sforzandosi di ricondurre l’uomo a Dio, promovendone le condizioni materiali e spirituali. Per lui l’uomo si realizza nella sua vita di cristiano, che deve vivificare tutte le fasi dell’educazione, tenendo conto delle inclinazioni naturali e favorendo, in modo responsabile, lo sviluppo delle doti largite a ciascuno dal Padre celeste. San Girolamo si dedicò interamente a quest’opera profondendo agli altri l’amore straordinario che nasce dalla carità verso Dio e si nutre di essa, che richiede fedeltà, prontezza al sacrificio e dedizione fino alla morte, amore pieno di comprensione e di attenzione, ma nello stesso tempo forte e capace di spingere a compiere i propri doveri. A tutti coloro, dunque, che sono impegnati nel campo dell’educazione rivolgiamo la nostra paterna esortazione che seguano questo maestro e amino di tutto cuore i piccoli, ai quali si dedicano, fino a dare per essi la propria vita, come fece san Girolamo.

3. Quest’uomo straordinario è il fondatore dell’Ordine religioso dei Padri Somaschi. Quando egli iniziò la sua opera in soccorso degli orfani, si convinse che gli erano necessarie persone che fossero sempre interamente disponibili e preparate per quest’opera, senza esser legate da altri impegni, come anch’egli si era spogliato di tutto. Dai sacerdoti e laici che, mossi dallo Spirito del Signore e affascinati dal suo esempio, si unirono a lui, ebbe origine la “Compagnia dei servi dei poveri”, che nel 1540 fu approvata dal papa Paolo III e nel 1568 fu inserita dal papa san Pio V gli Ordini dei Chierici Regolari. Un mese prima di morire, san Girolamo tracciò per questi suoi figli la seguente regola di vita: essi si sono offerti a Cristo, abitano nella sua casa, mangiano il suo pane, si fan chiamare “servi dei poveri” di Cristo. Per esser fedeli a questa vocazione, essi devono esser pieni di carità, umiltà, mansuetudine, benignità, pazienza, comprensione della fragilità umana, zelo per la salvezza dei peccatori, devozione, mortificazione, povertà, purezza, obbedienza alle regole della vita cristiana e ai pastori della Chiesa, pieni d’un ardente desiderio di attrarre gli uomini a Dio.

Mosso dall’amore di cui ardeva il fondatore, l’Ordine ha poi dilatato gli spazi della sua carità e, oltre all’impegno di assistere gli orfani e la gioventù abbandonata, ha contribuito all’istituzione di seminari nelle diocesi secondo i decreti tridentini, all’educazione e istruzione dei giovani nelle scuole e nei collegi, alla cura delle anime nelle parrocchie e nel ministero sacerdotale. In questo secolo l’Ordine ha varcato i confini dell’Italia e ha fondato case nella Spagna, nell’America meridionale, centrale e settentrionale. Sono sorte anche altre famiglie religiose che si ispirano al carisma di san Girolamo.

Cari figli di san Girolamo Emiliani! Noi vi esortiamo che nel vostro cammino terrestre teniate fisso lo sguardo ai fondamenti del vostro Ordine “che sono risplendenti di santità e di perfezione di vita” (cf.Fonti per la storia dei Somaschi, 7, p. 11). Come era solito esortarvi il padre vostro, confidate nel Signore benignissimo e abbiate speranza in lui solo, poiché tutti coloro che sperano in lui non resteranno confusi in eterno. Il Signore allora vi colmerà della sua carità e continuerà a glorificarsi in voi per mezzo del vostro caro e tanto amato padre. E perché più facilmente meritiate di ottenere questa grazia, venerate con sincera devozione la Madre delle grazie, che liberò san Girolamo dai lacci delle occupazioni terrene.

4. Questo santo - come abbiamo già accennato - col suo esempio accese d’amore verso i fratelli di Cristo più piccoli anche l’animo di molti laici. Questi, animati da un forte impegno di vita veramente cristiana, costituirono delle associazioni, chiamate in italiano “Compagnie”, che accoglievano tra i loro membri persone d’ogni ceto sociale. Esse avevano lo scopo di fare dei loro membri degli autentici cristiani secondo il Vangelo mediante un’intensa vita religiosa, che esercitassero con solerzia le opere di misericordia verso i poveri e gli abbandonati. Esse, per parte loro, si adoperarono in modo particolare a far sorgere in Italia le scuole della dottrina cristiana, le quali contribuirono in larga misura al rinnovamento religioso del popolo italiano nel secolo XVI. Oggi, alla luce del Concilio Vaticano II, anche i fedeli che non appartengono allo stato clericale o religioso, hanno acquistato una maggiore consapevolezza d’esser chiamati a partecipare alla missione per la santificazione del mondo e a manifestare Cristo con la testimonianza della loro vita e con la luce delle loro opere. L’esempio meraviglioso di san Girolamo Emiliani, laico e animatore di laici, li aiuti a capire più profondamente le parole di Cristo che ha voluto identificarsi con i più piccoli dei suoi fratelli, e li stimoli a impegnarsi nelle opere destinate ad alleviare le necessità umane, opere tenute in particolare onore dalla Chiesa.

Se dunque guardiamo l’itinerario spirituale di san Girolamo, questi ci si manifesta come un santo capace di stimolare gli uomini del nostro tempo. Egli quasi parla loro esortandoli ad abbracciare con sincera carità e aiutare con le opere coloro che versano nelle strettezze, specialmente i più piccoli. Possa la celebrazione del V centenario della sua nascita far risplendere di nuovo la luce che infiammi, illumini, sospinga il popolo di Dio!

Mentre nell’animo nostro riecheggiano questi sentimenti, impartiamo di tutto cuore a te, diletto figlio, e a tutti i tuoi confratelli la benedizione apostolica, che desideriamo estendere a tutte le altre famiglie religiose, che hanno san Girolamo come loro maestro di vita.

Dal Vaticano, 11 gennaio 1986.
GIOVANNI PAOLO II

Fuente:


viernes, 25 de abril de 2014

CANONIZACIÓN DE JUAN XXIII

    

    Estamos ya a las puertas de una gran celebración. El próximo domingo día 27 de Abril, serán canonizados dos grandes Papas: Juan XXIII y Juan Pablo II.

    Como familia somasca nos llena de gozo de manera particular la canonización de Juan XXIII, por los lazos de afecto y amistad, además de haber estado agregado espiritualmente a nuestra Congregación. Para los Padres Somascos el día de su fiesta, el 11 de Octubre, es memoria obligatoria.

Compartimos con vosotros un texto autógrafo que Angelo Roncalli (futuro Juan XXIII) dejó escrito en el libro de actas de la Comunidad somasca de Mestre ("a las puertas de Venecia") cuando siendo todavía Patriarca de Venecia  fue a consagrar la nueva parroquia dedicada al Corazón Inmaculado de María. 



Venecia-Mestre, 19 de septiembre de 1955
Dejo constancia de ella como una de las jornadas más gozosas
de mi vida pastoral en Venecia

La consagración de la nueva iglesia parroquial, dedicada al “Corazón Inmaculado de María”, que esta mañana he realizado, en una impecable ceremonia litúrgica, corona con tono festivo algunos de los deseos más ardientes de mi corazón.

Primero: el acto de homenaje a la memoria de mi inmediato predecesor, el patriarca Mons. Carlo Agostini, que deseaba esta nueva parroquia y quiso que estuviese dedicada a la “Virgen peregrina”.

Segundo: la devoción al Corazón Inmaculado de María, que aquí en Mestre goza de gran honra y fervor, y desde aquí se alza como protectora de Venecia y de todo su Patriarcado, para la santificación de este barrio ciudadano de Altobello, con ansiados grandes frutos de muchas almas; y para la implantación de numerosas obras de fraterna caridad cristiana y de fructífero apostolado.

Tercero: el regreso a su patria de origen de los Padres Somascos, tras siglo y medio de desolada ausencia.

Las festividades de su santo fundador, San Jerónimo Emiliani, alegraban mi infancia, cuando acompañaba a mi buena madre hasta Somasca, tan cercana a mi pueblecito natal, para venerarlo.

Nada más llegar a Venecia como patriarca, nació en mí el deseo y el propósito de volver a traer a esta amada y santa familia religiosa a su lugar de origen.

Hoy todo se ha cumplido. Haec dies quam fecit Dominus. Exulto de gozo, con todos los venecianos del interior y de la laguna, que se alegran conmigo por este fausto acontecimiento.

Me complace desear a los queridos Padres Somascos que su implantación espiritual dé nuevamente frutos para gloria de Dios, para alabanza de María, madre de todos, y en especial madre de los huérfanos; y para bien, para una renovada e inmensa satisfacción de todos los hijos de Venecia fieles a la tradición, a la gloriosa y gran historia religiosa y civil, que ha dado grandes exploradores, caudillos, artistas, diplomáticos, hombres de alto valor en todos los campos.

¡Ánimo, ánimo!: “frondete in gratiam, collaudate canticum; benedicite Domino”.

+ Angelo Giuseppe card. Roncalli
Patriarca de Venecia
una vez más y siempre
felicita y bendice




    La canonización va a tener lugar justo dos días antes de que la Congregación recuerda el aniversario de su nacimiento, (29 de Abril de 1568). Con motivo de este aniversario, los Padres Somascos hacemos una renovación espiritual de los votos con los que nos hemos consagrado al Señor. Con este motivo y unido a nuestra devoción al hasta ahora Beato Juan XXIII, el Padre General nos dice en su carta a la Congregación:


Queridos hermanos,
con la certeza de que San Juan XXIII intercede por nosotros, renovemos nuestros votos al Señor, pidiendo que guarde la Congregación en su paz (CCRR 57), y confiemos sólo en Dios, fuente de todo bien, y en nadie más (2c 2).